Musica originale: “Symmetrical Brutality” di Joshua Haugen ©, Voice direction and audio editing by Irene Ruscelli, https://vimeo.com/manage/videos/742259698

Punishment of the Fathers

di AM Hoch © 2020

 

Vedo mio padre bambino,

quattro o cinque anni, più o meno,

faccia grassa, viscido e già cattivo,

tutto solo su una barca vuota,

un bianco sole accecante,

sopra un ponte largo

come un’autostrada a cinque corsie.

Non è un posto dove lasciare un bimbo.

Questo bambino è spacciato.

 

Ora suo padre appare sul ponte,

perché lui possiede la barca e il cielo.

Ha il fiato che sa di whiskey,

vestito da gangster, cravattona larga,

Borsalino piegato da un lato.

Porta al guinzaglio un pitbull,

teso e aggressivo, addestrato per uccidere.

Questo bambino è spacciato.

 

Ora il nonno di qualcuno

scende dalla barca, zampettando come un topo di fogna,

vestito di scuro, sporco,

con la schiena curva.

Il bambino grasso osserva

dall’alto del ponte,

giocherellando con qualcosa

di duro tra le mani.

Questo bambino è spacciato.

 

Improvvisamente il nonno

si copre un occhio,

sprizza sangue tra le dita,

qualcosa di duro ha colpito l’occhio.

Sconosciuti lo aiutano a scendere dalla barca,

lasciando una scia di sangue dove passa.

Il padre del bambino alza lo sguardo e vede

il suo figlioletto porcino,

che ridacchia, ridacchia,

una risata da ragazza

che gocciola come urina

dalla sua piccola gola.

Suo padre sta per ucciderlo.

Questo bambino è spacciato.

 

Il padre punta un dito a suo figlio,

dice una parola al bulldog,

e il misfatto è compiuto:

fatto a pezzi in un momento.

Non si vede, ma si sente:

due gridi, uno corto e uno spezzato.

Il bambino è spacciato.

 

Ora si può vedere solo la faccia:

un occhio è andato e un sorriso storto.

Un’inquadratura più larga fa vedere le gambe

tutt’e due ingessate,

e un braccio al collo.

Dice: “Voglio sapere una cosa sola”.

Camera indietro. Si vede

l’altra spalla senza braccio,

solo un pezzo di salsiccia contorta.

“Una cosa sola voglio sapere”,

schernisce e ghigna,

“Perché la sola parte che fa male

è quella che non c’è?”.

Il bambino è spacciato.

 

Il cielo è troppo blu, la barca troppo vasta,

per la perversa domanda che ha appena fatto,

tutto solo su quel ponte-autostrada,

ragazzino completamente distrutto,

una domanda che infuria nel bianco terribile,

dolore cieco, vuoto bruciante.

Occhio per occhio, e molto peggio,

questa parte è la maledizione finale:

di ciò che è stato macellato dai padri,

la parte peggiore è quella che non fa male.

©AM Hoch 2020

 

PUNISHMENT OF THE FATHERS

I see my father as a child,

somewhere around four or five,

fat-faced, greasy and already mean,

all alone on an empty boat,

white sun bearing down

on a deck as wide as a five-lane highway.

It’s no place to leave a child.

This kid is done for.

 

Now his father appears on deck,

like he owns the boat and the sky,

You can smell the whiskey on his breath,

gangster-dapper, big wide tie,

fedora hat, cocked to the side.

He walks a pit-bull on a leash,

taut and vicious,

taught to kill.

This kid is done for.

 

Now someone’s grandpa

Lumbers off the boat,

waddling like a water rat,

dark clothes, dirty,

hunched-over back;

the fat kid watches

from up above the deck,

playing with something hard in his hand.

This kid is done for.

 

Suddenly grandpa clutches his eye,

blood is gushing through his fingers,

something hard has hit his eye.

Strangers help him off the boat,

trailing blood where he goes.

The kid’s father looks up and sees

his little piggy son,

giggling giggling

girlish laughter

trickling like urine

from his little throat.

His father’s gonna kill him.

This kid is done for.

 

The father points a finger at his son,

Says one word to the bulldog,

and the deed is done:

Torn limb from limb in just a moment,

you can’t see it, but you can hear it:

two shrieks:

one short, one broken.

The kid is done for.

 

Now just his face is all you see:

one eye gone and his grin twisted.

A wider shot shows both his legs

in plaster casts,

and one arm in a sling.

He says: “I just want to know one thing,”—

pull back wider and you see

his other shoulder has no arm,

just a stump of torn-up sausage—

“Just one thing I want to know,”

he taunts and sneers:

“Why the only part that hurts

is the part that isn’t there?”

The kid is done for.

 

The sky’s too blue, the boat’s too vast,

for the twisted question he just asked,

all alone on that highway-deck,

little boy a mangled mess,

a question raging in the whiteness,

blind pain, searing emptiness,

eye for eye, and so much worse,

this part is the final curse:

Of what’s butchered by the fathers,

the worst part is what doesn’t hurt.

©AM Hoch 2020

In copertina: AM Hoch, The Horror Autotoxicus, no.2, DETAIL, olio su tela, 180 cm x 200 cm, 2021/2022

L'autore

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Amy Hoch

Amy Hoch (AM Hoch, Amy Hotch) ha esposto i suoi dipinti e le sue installazioni in musei e gallerie di Stati Uniti e d’Europa. Nata a New York, vive a Bologna. La sua biografia completa è in amhoch.com/bio.